di Antonio Palmieri

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I servizi offerti in questo ambito sono sempre più erogati attraverso piattaforme digitali. La digitalizzazione di questi servizi non è neutrale, ma costituisce una opportunità di produrre innovazione sociale e organizzativa, perché il welfare aziendale, se utilizzato con criterio, è una modalità contemporanea di rispondere ai bisogni non solo economici ma anche relazionali delle persone, delle famiglie e delle comunità e quindi può rappresentare un collante sociale importante, soprattutto in questi tempi difficili.

Perché ciò sia possibile, occorre però consapevolezza da parte di tutti i soggetti coinvolti. A questo proposito, è in corso un importante progetto di ricerca promosso dalla Fondazione Cariplo sulle piattaforme di welfare: Weplat. Questa ricerca riguarda non solo le piattaforme di welfare aziendale ma in generale tutte le piattaforme di servizi di welfare in Italia e si articola in tre fasi:

  • la mappatura delle piattaforme digitali di welfare e l’individuazione delle variabili organizzative che caratterizzano i diversi modelli di piattaforma di welfare, coordinata da Ivana Pais, ordinaria di Sociologia economica nella facoltà di Economia dell’Università Cattolica, studiosa dell’economia e del lavoro di piattaforma;
  • l’analisi del modello di servizio e delle modalità di accesso da parte degli utenti/clienti, a cura di Martina Visentin, ricercatrice presso l’Università di Padova.
  • l’elaborazione di linee guida per progettare piattaforme che rispondano in modo adeguato alle esigenze di tutti i soggetti coinvolti, fase coordinata da Marta Maineri, fondatrice di Collaboriamo!

Questo progetto di ricerca, il primo mai realizzato finora nel nostro Paese, consentirà di poter usare ancora meglio la tecnologia, per fare in modo che le piattaforme digitali di welfare siano uno strumento davvero solidale.

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