8-11 febbraio 2023, Brescia, Italia

Scienze sociali che cambiano per una società che cambia

Nell’ambito della conferenza, il team di ricerca di Weplat ha presentato il paper:

User experience e piattaforme di welfare. Una prima analisi a partire dal caso di WelfareX

Abstract:

Questo lavoro presenta i primi risultati riguardanti il progetto di ricerca WePlat – Welfare system in the age of platform: drivers of change for users, providers and policy makers (https://www.weplat.it/). Il progetto, finanziato da un bando di Eccellenza della Fondazione Cariplo, mira a investigare e ricostruire, in primo luogo, lo stato dell’arte rispetto ai modelli di servizio e di business delle piattaforme di welfare e individuare le variabili che permettano una modellizzazione delle piattaforme. La ricerca si propone di raggiungere tre obiettivi principali: i) un obiettivo descrittivo, di mappatura di un fenomeno ancora poco esplorato ma che presenta forti tassi di crescita sia in Italia che all’estero; ii) Un obiettivo analitico, di individuazione delle variabili organizzative e di servizio che caratterizzano i diversi modelli di piattaforma di welfare; iii) un obiettivo di co-progettazione, che attraverso laboratori che favoriscano lo scambio di conoscenze, favorisca lo sviluppo di piattaforme di welfare capaci di rispondere alle esigenze di utenti, provider e policy makers. In questo quadro, specifica attenzione è dedicata al coinvolgimento degli utenti. A questo tema la ricerca dedica un intero work package, e sono i primi risultati di tale WP che il presente paper intende presentare e discutere .
Nell’ambito di WePlat sono state mappate 127 “piattaforme” di welfare, suddivise, dopo una prima analisi, in tre diverse tipologie: piattaforme di welfare aziendale, piattaforme di welfare territoriale e piattaforme di welfare digitale. In termini estremamente sintetici, le possiamo così descrivere: le piattaforme di welfare aziendale aggregano servizi di welfare selezionati dalla piattaforma per conto dell’impresa (servizi fruibili sia online, sia offline, in presenza); sono piattaforme ad accesso indiretto, ovvero regolato da requisiti di tipo categoriale e/o di selettività rispetto ai beneficiari (solitamente i lavoratori o gruppi di lavoratori dell’impresa). Le piattaforme di welfare territoriale, promosse da amministrazioni pubbliche e da realtà del Terzo Settore spesso in connessione con il sistema di welfare locale, hanno per definizione un forte radicamento nel territorio; aggregano servizi di welfare generalmente aperti a tutta la cittadinanza, sono dunque piattaforme ad accesso diretto da parte dei beneficiari. Le piattaforme di welfare digitale operano interamente online, sono generalmente ad accesso diretto, e abilitano l’incontro tra domanda e offerta di servizi che vengono erogati e fruiti interamente via web.
Già questa prima classificazione suggerisce di utilizzare con cautela il termine piattaforma. L’eterogeneità di forme che le piattaforme di welfare assumono, la varietà dei soggetti promotori, dei criteri di accesso, delle modalità di rapporto con il territorio e con il mercato, infatti, induce a chiedersi sino a che punto esse possiedano caratteristiche che la letteratura generalmente considera tipiche delle web-based platform intese come “infrastruttura digitale” che interconnette attori/utenti diversi e si sviluppa secondo logiche monopolistiche sul mercato (Srnicek 2017); caratteristiche che nella sintesi di Arcidiacono, Pais & Zandonai (2021, 494-495) sono così identificate: i) le piattaforme sono mercati dove il processo domanda e offerta viene portato avanti da almeno due attori all’interno dello stesso spazio digitale; ii) le piattaforme sono uno spazio di abilitazione degli attori economici, ovvero producono le condizioni per la realizzazione dello scambio; iii) le piattaforme assumono il ruolo di istituzioni perché regolano i processi dell’interazione tra gli attori; iv) le piattaforme utilizzano l’effetto di rete e creano valore dall’ampliamento di questo effetto rete, in altre parole acquisiscono valore al crescere degli utilizzatori della piattaforma stessa, favorendo dinamiche di oligopolio/monopolio.
Al cospetto di questa definizione, come argomentano Pais e Zandonai (2018) in una ricerca esplorativa e precorritrice, le piattaforme di welfare si configurano come “quasi-piattaforme”, in quanto mancanti di una o più (a seconda dei casi) delle caratteristiche essenziali che connotano il “modello-piattaforma”, presentando invece caratteristiche che se ne discostano a più livelli: della governance, dei rapporti tra i diversi stakeholder, del rapporto con il territorio e con i servizi aggregati, e altro ancora, tra cui in particolare l’agency degli utenti, le ragioni e le modalità del loro coinvolgimento nel funzionamento della piattaforma.
Alla luce di questo primo inquadramento e dell’intensa evoluzione che questo fenomeno ha registrato negli ultimissimi tempi, complice la spinta alla digitalizzazione della vita economica e sociale impressa dalla pandemia, è evidente l’importanza di studiare ulteriormente le tipologie di piattaforma di welfare e le loro peculiarità. L’interesse, peraltro, non è mosso solo dall’esigenza di comprendere di che tipo di piattaforme stiamo parlando, e fino a che punto il modello-piattaforma mantenga la sua valenza interpretativa – non muove dunque solo dagli studi economico-organizzativi sulle piattaforme – ma è alimentato anche dagli studi sul welfare, interessati a comprendere come la “logica” delle piattaforme (Schwarz, 2017) impatti sull’offerta dei servizi di welfare, sulla risposta ai bisogni dei cittadini, sulla loro compartecipazione nella costruzione di tali risposte. Se è in questo duplice solco che il progetto WePlat si sviluppa, è decisamente sul secondo versante che si pone lo studio qui presentato che, come premesso è volto a comprendere se e come – tramite l’utilizzo delle piattaforme – si (ri)configuri il rapporto tra servizi di welfare e beneficiari.

Autori:

Marialuisa Villani, Università di Padova

Rosangela Lodigiani, Università Cattolica del Sacro Cuore

Martina VIsentin,  Università di Padova

 

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