8-11 febbraio 2023, Brescia, Italia

Scienze sociali che cambiano per una società che cambia

Nell’ambito della conferenza, il team di ricerca di Weplat ha presentato il paper:

La piattaforma come nuova logica istituzionale: il caso del welfare

Abstract:

L’ormai ampia letteratura sulle piattaforme le analizza principalmente come infrastrutture (Plantin et al. 2018), come mercati multilaterali (Rochet & Tirole, 2003) e come aziende (Cutolo & Kenney, 2020). Lo studio della piattaforma come modello organizzativo ha ricevuto meno attenzione teorica (Eurofound 2018; Stark e Pais 2020) e ha promosso meno analisi empiriche. L’attenzione degli studiosi nei confronti delle piattaforme tende inoltre ad analizzarle come un corpus omogeneo. Cansoy et al. (2020) hanno già messo in discussione questa presunta omogeneità, analizzando i diversi profili dei lavoratori; Kirchner et al. (2022) hanno invece messo in luce la varietà dei modelli di business.
Con questo paper intendiamo proporre un esercizio analitico simile, orientato all’individuazione dell’eterogeneità, adottando un approccio neoistituzionalista allo studio della piattaforma come modello organizzativo.
In un articolo del 2020, Frenken et al. analizzano come le piattaforme ridefiniscano la logica istituzionale del mercato e della corporation. Per logica istituzionale si intende un insieme di principi generali che prescrivono come interpretare la realtà organizzativa, che cosa costituisce un comportamento appropriato e come avere successo (Thornton 2004). La nostra ipotesi è che la piattaforma possa essere considerata una nuova logica istituzionale, dove la fonte di legittimità è rappresentata dalla crescita, la fonte di autorità è basata sul management algoritmico e l’infrastruttura digitale rappresenta la base della strategia. Per ogni fonte, abbiamo individuato le principali variabili che definiscono l’idealtipo della logica della piattaforma, che abbiamo poi applicato all’analisi del campo empirico.
Il paper presenta i primi risultati del progetto di ricerca WePlat (Welfare systems in the age of platforms: drivers of change for users, providers and policy makers, https://www.weplat.it/). La scelta di analizzare il welfare è dettata dalla rilevanza della dimensione relazionale nelle interazioni mediate da piattaforme in questo settore (Ticona, Mateescu 2018; Huws 2020; McDonald, Williams, Mayes 2021) e dal fatto che, in Italia, il processo di digitalizzazione è recente ed è quindi possibile osservare il processo di istituzionalizzazione in fieri.
Abbiamo mappato le piattaforme di welfare presenti in Italia, individuandone e analizzandone circa 100 e stiamo realizzando lo studio di caso di 9 piattaforme. Le piattaforme possono essere distinte in tre gruppi: piattaforme di welfare aziendale, piattaforme di welfare territoriale e piattaforme di welfare digitale.
I primi risultati mostrano che l’adozione della logica della piattaforma rafforza l’isomorfismo tra le piattaforme di welfare digitale e le piattaforme di altri settori, mentre aumenta l’eterogeneità all’interno del settore del welfare. In buona parte, queste dinamiche di isomorfismo e di differenziazione risultano dall’osservazione del diverso grado di incorporazione, da parte delle organizzazioni prese in esame, di alcune proprietà tecnologiche tipiche della logica di piattaforma – ad es. il matching algoritmico fra domanda e offerta; il regime di visibilità degli utenti; la possibilità di recensire le performance di utenti, lavoratori, e service provider. In tal senso, questo studio conferma il ruolo attivo che le tecnologie e gli artefatti digitali giocano nei processi di strutturazione dei campi organizzativi (Pentland e Feldman 2008; Alaimo 2022). Inoltre, evidenzia che le stesse affordances tecnologiche che identificano l’idealtipo piattaforma, funzionando a loro volta da principi organizzativi, si materializzano in modo eterogeneo in contesti con diversa struttura e gradiente di complessità istituzionale – ad es. campi professionali, come quello di psicologi o dei medici, o cooperative tradizionali che hanno avviato percorsi di digitalizzazione – provocando tensioni finora riconosciute solo in parte dal dibattito sul tema (Frenken et al. 2020). Dall’analisi emerge dunque come la logica di piattaforma, oltre a porsi come alternativa, possa potenziare le altre logiche: è quanto accade, per esempio, con l’ampliamento del mercato (e della relativa logica) a nuovi attori e processi, oppure con il rafforzamento del mercato illegale o ancora con l’emergere di logiche di corporation in settori tradizionalmente caratterizzati da logiche professionali.
La complessità istituzionale legata all’adozione della logica di piattaforma non sembra essere transitoria, ma gli equilibri possono cambiare nel tempo. I casi di studio mostrano diverse strategie di gestione della complessità istituzionale: l’emergere di una logica a scapito di altre, la compartimentazione delle logiche o la creazione di nuove figure professionali.

Autori:

Francesco Bonifacio, Università Cattolica del Sacro Cuore

Cecilia Manzo, Università Cattolica del Sacro Cuore

Ivana Pais, Università Cattolica del Sacro Cuore

 

Qui il programma completo del convegno: LINK