Articolo pubblicato su Vita il 22 settembre 2022

La notizia del round di finanziamento di 17 milioni di euro destinato al servizio di psicologia online Unobravo non è solo la storia di successo di una startup. Gli elementi di eccezionalità ci sono tutti: il primo investimento in Italia di Insight Partners, nota società di venture capital e private equity di New York, è andato a un’azienda del Sud Italia, fondata da una donna. Le cronache si soffermano anche sulla giovane età dell’imprenditrice  Danila De Stefano aveva 27 anni quando ha fondato Unobravo nel 2019  ma questo è forse l’elemento meno sorprendente per il settore.

Nella sua unicità, il successo di Unobravo accende i riflettori su un intero campo organizzativo, quello delle piattaforme di servizi psicologici. In questo settore, l’accelerazione dei processi di digitalizzazione e il picco di domanda a seguito della pandemia hanno portato alla crescita rapida delle piattaforme già esistenti e alla nascita di nuove startup. La ricerca WePlat (www.weplat.it) ha mappato 22 piattaforme specialistiche in Italia oltre Unobravo: Cozilly, Con te all’estero, E-therapy, Gli psicologi online, Guidapsicologi, Hedepy, Huknow, Mama chat, Mindwork, Psicodigitale, Psicologi.me, Psicon, Psicologi-online, Psicologo4u, Psiqo, Serenis, SOS Psicologico, Takeasit, Therapion, Therapy chat, Therapyou, Wello. A queste si aggiungono le piattaforme di servizi medici e di servizi alla persona e alla famiglia che offrono anche consulenze psicologiche.

La diffusione di questi servizi sta stimolando vivaci dibattiti sull’efficacia della terapia online, che interrogano gli psicologi sulla relazione terapeutica online, a partire dalla costruzione del setting. C’è un aspetto che invece sta passando inosservato ma che potrebbe avere un impatto dirompente. Queste piattaforme non sono solo marketplace digitali di incontro tra domanda e offerta di servizi psicologici, ma rappresentano vere e proprie organizzazioni. In piattaforme come Unobravo, uno/a psicologa o psicoterapeuta non trova solo i clienti ma anche colleghi, supervisori clinici e comunità professionali, norme formali e informali, opportunità e obblighi di apprendimento eccetera. Per psicologi e psicoterapeuti abituati a esercitare in uno studio privato o in un piccolo studio associato, la scelta di operare in piattaforma non riguarda solo la terapia online ma implica un cambiamento radicale nell’organizzazione del lavoro e nelle pratiche professionali.

Come stiamo osservando in altri ambiti, dopo una prima fase di vivacità imprenditoriale, le logiche di scala che governano il funzionamento delle piattaforme portano alla convergenza verso una (o comunque poche) piattaforme. Unobravo si propone di raggiungere 3mila psicologi e psicoterapeuti entro l’anno prossimo (ora sono 2mila). L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi (Enpap) nel 2019 registrava 64mila iscritti in Italia, in forte e continua crescita rispetto ai 45mila del 2013.

Il finanziamento a Unobravo non è dunque solo il segnale di un successo imprenditoriale ma di una trasformazione più ampia, che è stata abilitata dalle tecnologie ma che riguarda l’organizzazione di un intero settore e le istituzioni che lo governano.